29 RIDEF LEON INTERVENTO DI APERTURA DI FEDERICO MAYOR ZARAGOZA
Deputato al Parlamento spagnolo (1977/78)
Ministro dell’Educazione (1981/82)
Deputato al Parlamento europeo 1987
EX PRESIDENTE UNESCO
Ho desiderato partecipare a questa Ridef perché la considero un importante Congresso che annovera un numero straordinario di esperienze . Lo stesso nome Ridef indica una realtà educativa. C’è una parola sulla quale desidero soffermarmi: “incontro”; è una soglia , ciò che precede il dialogo, perché ci sia dialogo è necessari che ci sia un incontro; non può esserci un passaggio dalla cultura della violenza alla cultura di pace se non c’è un incontro, per questo è una delle parole che dobbiamo aver presenti. Incontro significa il successo della parola e la possibilità di utilizzarla per mettersi d’accordo. Inoltre, questo è un incontro internazionale, un mosaico di persone provenienti da tutto il mondo, il mondo al quale apparteniamo, il mondo dei sette miliardi di persone. Potremo risolvere i problemi di questo mondo solo se agiamo su scala mondiale. Rappresentiamo solo un quartiere prospero nel paese globale. Un problema che affligge l’Europa è che non ha saputo aprirsi all’esterno, ha chiuso le sue finestre e le ha trasformate in specchi.
Siamo una piccolissima parte del villaggio globale, dobbiamo essere informati sulle condizioni inumane nelle quali vivono altre popolazioni presso le quali muoiono di fame 35.000 bambini da uno a cinque anni. Così oggi, questo mosaico, qui presente, oggi, considera tutte le persone uguali per dignità, come recita la Costituzione dei Diritti Umani elaborata dall’Unesco. Le Nazioni Unite, all’inizio della loro Carta scrivono: “Noi, i popoli, abbiamo deciso di stabilire un compromesso intergenerazionale che proponga che non ci siano più guerre, che si evitino, per le generazioni future, l’orrore delle stesse.”
Sappiamo che le donne continuano ad essere emarginate, che gli uomini hanno dovuto perdere la loro vita per non essere considerati traditori. Potere assoluto al quale dobbiamo offrire la meraviglia della nostra speranza che però non è la vita. Tutti abbiamo un’esperienza, un tesoro inesplorato, possiamo opporci e tracciare nuove strade, fissare nuovi e nuovi obiettivi, dobbiamo prendere posizione. Per impedircelo ci offrono il pensiero unico, ci rendono gregari, per non farci pensare e ci distraggono col loro potere mediatico. Come ex direttore generale dell’Unesco, dico, che dobbiamo spargere dei semi , perché se non li piantiamo, non potremo poi ottenere il raccolto, se lasciamo andare, se siamo milioni e continuiamo ad essere ubbidienti , silenziosi e sottomessi, la storia non cambierà. Dobbiamo passare ad essere cittadini con la pienezza dei diritti. E’ arrivato il momento, è bene divertirsi solo se abbiamo anche il tempo per pensare.
Continuando, si chiama Educazione questo mosaico di persone che si riunisce, cosciente che siamo uguali per dignità; se pensiamo che così non sia abbiamo molti nodi risolti per muoverci di conseguenza. Educazione non significa sapere più chimica o più fisica; essere educato è apprendere ad essere libero, creare esseri che volino dove lo desiderino, al livello che scelgono, in modo libero ma responsabile. Per Giner de los Rios, l’educazione è la potestà di ciascuno di governare la propria vita. Noi abbiamo la singolarità esclusiva di pensare, di immaginare, questo ci spiega che ogni persona umana è la nostra speranza; permettere a ciascuno di fare ciò che decide in qualsiasi momento; questa è la miglior definizione di educazione libera e responsabile; vivere considerando lo spazio degli altri. Ed io aggiungo, l’educazione è apprendere a conoscere , apprendere a vivere. Inoltre è molto importante attrezzarci al sapere e saperci attrezzare, sennò continueremo zitti come lo siamo stati per secoli, con qualche eccezione. Un tempo la gente viveva confinata in uno spazio ridotto. Vivevano impauriti, sapevano che vivevano sempre in nome di qualcun altro, eravamo molto controllati dal potere assoluto , e , non parliamo delle donne che non costituivano nulla, così è stato per secoli.
Condividere è un verbo al quale voi della Ridef fate riferimento, è un verbo utilizzato anche dalle Nazioni unite, condividere come dice l’Unesco, con solidarietà non solo i beni ma anche le esperienze. Abbiamo il meraviglioso testo della Dichiarazione die Diritti Umani , però, invece di metterlo in pratica, ci dicono che ora non c’è spazio per la giustizia sociale ; a partire da questo momento sono le leggi di mercato che imperano; una vergogna tollerata da un bel po’ di paesi ricchi del mondo che mandano bustarelle a 196 paesi.
Gli ultimi anni sono stati anni di un grande progresso sociale e scientifico, sanitario ed educativo; c’è stato uno sforzo, ma dall’altro lato ci siamo lasciati trascinare da questi sogni dei globalizzatori e stiamo pagando le conseguenze, soprattutto in occidente, soprattutto in Europa.
L’Educazione, di cui parlerete qui è esattamente quella che permette al monda di passare da uno stato di soggezione ad uno stato di cittadinanza , da sudditi a persone che hanno diritto di esprimersi. Se si adempisse a quanto scritto nel preambolo della Carta dei Diritti umani, i problemi sarebbero risolti ; abbiamo bisogno di liberarci dalla paura , che ci permettano di essere liberi.
In questo preambolo si parla d diritti inalienabili di uguaglianza e si aggiunge che , se questo non avviene, vivremo sempre in uno stato di ribellione che, anche se non sarà cruenta , sarà permanente e decisa. Anzitutto affermo che : “Non stiamo vivendo in un’epoca di cambiamento ma in un cambiamento d’epoca”. Ci sono vari aspetti che distinguono le donne dagli uomini ; per me son o tre le caratteristiche principali : La solidarietà con le donne, la resistenza e la sorellanza. E’ necessario pensare a degli spazi di incontro nei quali la violenza sia escluca, come dice Nelson Mandela che osservava come gli uomini chiedessero di usare la forza e le donne affermassero che con la forza non si risolve nulla. Nelson mi spiegava che si poteva parlare di cultura di pace solo quando un’alta percentuale di donne sarebbero state presenti nella presa di decisione; un tempo erano solo il 5%; ora siamo a un 12/13/% , sottolineava che come minimo si sarebbe dovuto arrivare al 20% per poter iniziare a vedere un cambiamento . Mari Novo diceva che il problema più grande era cadere nella trappola di pensare che nulla sia possibile , che non abbiamo più nulla da dire; questo atteggiamento non ha rimedi, pensare così è inaccettabile.
Mia madre era una persona che non ha potuto studiare ma era di una grande intelligenza, e mi diceva: “ Se vuoi essere felice, non accettare nulla di quello che pensi sia inaccettabile”. Si deve pensare che , a volte, anche i gesti singolari come quello di Roda Parks, che rifiutò, in un grande momento di conflitto razziale , di alzarsi e cedere il posto in un autobus, a un bianco, o il boicottaggio degli autobus iniziato da Martin Luther King , ebbene, questi gesti, condussero a vincere importanti battaglie. Nello scambio delle vostre esperienze avete un gran tesoro. E’ arrivato il momento di scambiare e condividere. Il tempo del silenzio è concluso, è finito il momento della sottomissione e di sudditanza. Tutti abbiamo una coscienza mondializzata , possiamo cheiedere quello che succede attorno a noi, possiamo muoverci, andare da un paese all’altro, abbiamo più donne nei luoghi del potere, godiamo delle nuove tecnologie che ci permettono di fare sentire la nostra voce e presenza a distanza. Il tempo della paura è finito ; potrete operare un cambiamento da una cultura di sottomissione ad una di ragione; creare un piano mondiale di azioni che si basino sui diritti umani . E’ possibile contare su tutti coloro che sono impegnati nel campo dell’Educazione per rivendicare che è arrivato il momento di educare ai Diritti umani e alla Democrazia. Non possiamo ubbidire a governanti che si nascondono nelle maggioranze del Parlamento e, invece della Democrazia, perseguono dei valori assoluti. E’ un momento di cambiamento storico, abbiamo documenti che ci permettono di ispiraci a principi e valori: uno è la “Carta della Terra” del 2000 essa può illuminare questo cammino. Stiamo iniziando un millennio, un millennio che può essere quello della dignità umana nel quale, tutti gli uomini, bambine e bambini, donne godano della stessa uguaglianza. Abbiamo la capacità di muoverci senza limitazioni e senza silenziatori, siamo dinanzi a un cambiamento storico e per questo, spero che l’incontro offra un contributo importante a questo cambiamento necessario per tutti /e le cittadine del mondo
Traduzione a cura di Maria Teresa Roda